Per la Corte Costituzionale le accise non devono pesare sulla base imponibile

La Corte Costituzionale ha deciso che anche in campo tributario, e anche quando ci sono delle esigenze importanti per la comunità, deve essere mantenuto un livello minimo di ragionevolezza sulla tassazione. Questo significa che le tasse non possono essere solo un modo per esercitare il potere dello stato, ma devono essere giustificate in termini di solidarietà tra i cittadini

Per la Corte Costituzionale le accise non devono pesare sulla base imponibile

La decisione è stata presa (sentenza n. 111/2024) dopo che le Corti di Milano e di Roma hanno sollevato alcuni dubbi su una tassa speciale che era stata introdotta per il 2022. La Corte ha dichiarato che tale imposta non fosse giusta nella parte in cui non permetteva di escludere dalle tasse le accise, che sono delle somme pagate allo Stato e mostrate nelle fatture.

Il Collegio ha riconosciuto che l'aumento dei prezzi dell'energia in un periodo eccezionale poteva giustificare la tassa. Normalmente, si sarebbe dovuto guardare ai profitti dichiarati dalle aziende per l'imposta sui redditi delle società (IRES) per vedere se c'era stata più ricchezza. Tuttavia, la scelta di basarsi sui dati dell'IVA, che è un'imposta indiretta, non è stata considerata la migliore per identificare chi aveva guadagnato di più. Nonostante ciò, data la situazione straordinaria, l'uso di questi dati è stato accettato come ragionevole, anche se non perfetto.

La Consulta ha però sottolineato che l'eccezionalità della situazione e la temporaneità della tassa non giustificano qualsiasi tipo di imposta. La decisione ha stabilito che includere nelle tasse le accise pagate allo Stato, che in alcuni casi aumentano molto la somma da tassare senza rappresentare un vero aumento di ricchezza, rende quella parte della legge irragionevole.

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