Il pronunciamento penale in materia fiscale non è sufficiente per legittimare la decisione in ambito tributario

Necessario per il giudice tributario valutare con attenzione gli elementi forniti dal processo penale

Il pronunciamento penale in materia fiscale non è sufficiente per legittimare la decisione in ambito tributario

Possibile per il giudice tributario utilizzare prove atipiche e prove acquisite in altri giudizi, differenti da quello tributario. Ma questa prospettiva non può essere estremizzata, e quindi non è ipotizzabile che la sentenza penale irrevocabile, emessa in materia di reati tributari, abbia automatica autorità di cosa giudicata nel separato giudizio tributario. Più precisamente, i giudici spiegano che il mero richiamo alle conclusioni cui è pervenuto il giudice penale non può costituire se valido e sufficiente supporto alla decisione adottata dal giudice tributario, stante la relazione di autonomia in cui si pongono il giudizio penale ed il giudizio tributario. Di conseguenza, nessuna automatica autorità di cosa giudicata può attribuirsi nel separato giudizio tributario alla sentenza penale irrevocabile, di condanna o di assoluzione, emessa in materia di reati tributari, ancorché i fatti accertati in sede penale siano gli stessi per i quali l’amministrazione finanziaria ha promosso l’accertamento nei confronti del contribuente. Pertanto, il giudice tributario non può limitarsi a rilevare l’esistenza di una sentenza definitiva in materia di reati tributari, estendendone automaticamente gli effetti con riguardo all’azione accertatrice del singolo ufficio tributario, ma deve, in ogni caso, verificarne la rilevanza. (Sentenza 125 dell’1 marzo 2022 della Commissione tributaria regionale dell’Abruzzo)

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