Cittadino italiano residente all’estero e intenzionato a svolgere una professione in Italia: Partita IVA con domicilio fiscale in Italia
Fondamentale però che l’intenzione sia quella di costituire nel territorio italiano il centro dei propri interessi ed ivi svolgere l’attività lavorativa

Per il cittadino italiano residente all’estero è possibile svolgere un’attività libero-professionale in Italia, chiedere perciò l’apertura della Partita IVA e indicare quale domicilio fiscale la sede di svolgimento dell’attività professionale, cioè il territorio italiano. Questo il chiarimento fornito dall’Agenzia delle Entrate a una donna italiana che risiede nel Regno Unito e che da due anni risulta iscritta alla Anagrafe degli italiani residenti all’estero e che, soprattutto, non possiede un identificativo IVA estero e non svolge alcuna attività imprenditoriale o professionale in Inghilterra. Dall’Agenzia ritengono irrilevante l’iscrizione nell’anagrafe della popolazione residente ai fini dell’individuazione del soggetto passivo d’imposta in Italia, anche perché la residenza è intesa quale res facti, poiché non può prescindere dall’insistere sul luogo, con relativa stabilità, del soggetto e l’elemento intenzionale assume rilevanza secondaria, mentre il domicilio è definito res iuris in quanto situazione giuridica caratterizzata dalla volontà di stabilire e conservare in un determinato luogo la sede principale dei propri affari ed interessi. Nel caso della cittadina italiana non v’è dubbio, spiegano dall’Agenzia, che l’intenzione sia quella di costituire nel territorio italiano il centro dei propri interessi, ed ivi svolgere l’attività lavorativa. Pertanto, la circostanza che nel territorio italiano venga costituito il domicilio fiscale, pur in presenza della residenza in un Paese terzo (Regno Unito) non è di ostacolo a considerare l’istante quale soggetto passivo di imposta alla stregua di un soggetto residente. Peraltro, poiché ella non svolge, nel Paese di residenza, alcuna attività professionale o imprenditoriale, dovrà indicare il domicilio fiscale ossia il luogo ove sarà svolta l’attività lavorativa, al fine di dotarsi di una partita IVA ordinaria. (Risposta del 16 agosto 2022 dell’Agenzia delle Entrate)