Classamento catastale dell’immobile, non valido l’avviso motivato poco e male
Fatale all’Agenzia delle Entrate i mancati chiarimenti sulla decisione di ignorare gli elementi forniti dai contribuenti

Priva di validità la rettifica del classamento catastale dell’immobile se l’avviso emesso dall’Agenzia delle Entrate è motivato poco e male. Nello specifico della vicenda in esame è emerso, sottolineano i giudici, che l’avviso di accertamento ha disatteso la proposta variazione in categoria A/2 e ciò proprio sulla base di una divergente valutazione degli elementi di fatto addotti dai contribuenti con procedura ‘Docfa’ e costituiti dall’asserito deterioramento degli immobili, dalla mancanza in essi delle caratteristiche tipologiche di lusso e, comunque, legittimanti il classamento di signorilità A/1, e infine dalla sopravvenuta diversa distribuzione degli spazi interni. I giudici chiariscono che la natura partecipativa della procedura ‘Docfa’ non esimeva l’ufficio dal dare compiutamente conto dei motivi per cui esso aveva ritenuto di disattendere gli elementi di fatto addotti dai contribuenti a sostegno del passaggio da A/1 ad A/2, e tale onere di compiuta motivazione non veniva meno per il solo fatto che la divergenza fattuale così ravvisata determinasse il ripristino della classificazione originaria, ripristino che risultava essere stato comunicato, ma non anche motivato, secondo i su indicati parametri interpretativi. (Ordinanza 16383 del 20 maggio 2022 della Corte di Cassazione)