Attività didattica nell’immobile di proprietà dell’ente religioso: la retta esigua non basta per l’esenzione IMU

Questo dato non può ritenersi idoneo ad escludere la natura economica delle attività svolte nell’immobile

Attività didattica nell’immobile di proprietà dell’ente religioso: la retta esigua non basta per l’esenzione IMU

Immobile, di proprietà di un ente religioso, utilizzato per attività didattiche. L’esiguità della retta chiesta agli studenti e alle loro famiglie non basta per legittimare l’esenzione dal pagamento dell’IMU. Messa in discussione in Cassazione la valutazione compiuta dai giudici tributari regionali, i quali hanno riconosciuto l’esenzione IMU richiamando la misura della retta e sottolineando che essa risulta significativamente più esegua rispetto a quella stabilita dal Ministero dell’Istruzione. Per i giudici di Cassazione, difatti, questo criterio non può ritenersi idoneo ad escludere la natura economica delle attività svolta nell’immobile destinato all’esercizio dell’attività didattica, essendo necessario anche verificare la gratuità di tali attività ovvero che gli eventuali importi versati dagli allievi siano, per la loro entità, simbolici o comunque inidonei a costituire una retribuzione del servizio prestato in quanto notevolmente inferiori ai costi di gestione. Necessario, ora, accertare se la retta pagata dagli alunni della struttura rappresenti o meno un contributo inidoneo a coprire, per una parte significativa, i costi effettivi di gestione, non potendo invece assumere rilievo la mera circostanza che la retta copra solo una parte dei costi. (Ordinanza 15364 del 13 maggio 2022 della Corte di Cassazione)

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